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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Civitella del Tronto (29-2-1888). Civitella del Tronto 24 febbraio 1888 - Le viole di primavera non doveano in quest'anno adornare il tuo bel seno, ma le zolle che or ti son tomba, o dolce compagna delle mie più care gioie, o amica dilettissima Gemmina Fortis! L'aurora del giorno 23 abbuiava inesorabilmente quella della tua vita, e con essa le più vaghe speranze, e sogni più ridenti di un lieto avvenire. Esultarono i tuoi buoni genitori, la tua istitutrice, i parenti e quanti ti ebbero compagna, allorché rispondesti con scrupolosa esattezza ai doveri di figlia, di scolara, di amica. Ah se in tanta felicità, se nel mezzo di quella gioia che irradiava i tuoi cari, pensato si fosse che la falce crudele di morte avrebbe mietuto il fiore dei tuoi giorni...! Lento immenso malore sopportasti rassegnata, e con esemplare costanza impavida attendesti l'ultima ora, che segnava il termine d'una vita di 13 anni, tutt'aspersa di rose e di spine. Oh! compendio della più lunga esistenza! Dall'Empireo, nel cui seno beata or t'assidi, angel novello tra gli angeli, deh volgi pietosa uno sguardo a lenire il mio cordoglio. (Un amica e compagna G.G.) - (10-3-1888) RINGRAZIAMENTO - Civitella del Tronto 5 marzo 1888 - Un cuore che s'apre all'affetto rivela ognora grandezza d'animo, sublima l'alto concetto dell'umano consorzio, ma se quel cuore è concittadino, se esso ci manifesta la più schietta e santa pietà in momenti di acerrimo cordoglio e lutto, oh allora non v'ha parola efficace che basta ad esprimere quanto gentile ed elevato sia il movente dei suoi palpiti e quale mirabile affetto ne produca sugli animi, da crudele avversità esulcerati. Tali angeliche consolazioni, largite copiosamente dai più di questa eletta cittadinanza, giunsero dolcissima ai nostri affanni, allorché
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