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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Silvi (9-2-1901) Silvi 5 febbraio — Una grande sventura ha colpito il paese con la morte del nostro concittadino, Aielli Domenico, avvenuta il 2 corrente alle ore 12 meridiane. Anima eletta, compianto dai suoi cari e da quanti lo conobbero, negli atti del suo cuore generoso. Fu l'esempio dell'amor fraterno, caritatevole in modo singolare, e dovunque pose il piede portò il consiglio, il conforto, il sorriso della pace. I funerali per lui, la mattina del 4, nel tempio della Collegiata S. Salvatore, riuscirono splendidi sotto ogni rapporto. Ammirabile era la cassa, fregiata di ottoni dorati e coverta di fiori e di corone bellissime. Nella porta della Chiesa parlò di lui il Rev. Sac. D. Innocenzo de Galitiis economo arciprete, e riuscì efficacissimo, descrittivo, commovente; la figura dell'Aielli spiccava limpida dal suo amato dire, e commosse tutti. Presso il carro funebre, all'uscita della Chiesa, sul Largo della Loggia, circondato da una folla di signore, signori e popolo numeroso, fra cui sventolava la bandiera abbrunata del Municipio con lungo seguito, si pronunciò altra orazione degna del Defunto. Splendeva un torrente di sole all'intorno, e l'oratore commosse vivamente tutti, con le idee e la franchezza del suo dire. Il numerosissimo e distinto corteo, preceduto da una lunga fila di donne ed uomini con ceri, percorrendo la via Finestrone e tutto il corso, fiancheggiato dalla popolazione, accompagnò la salma sino all'ultima dimora. Facendo le nostre condoglianze, sulle ali del pensiero inviamo un vale alla sua memoria ed un fiore immarcescibile di sincero affetto, colto dal seno della coscienza, che giudica ed ammira i buoni. (Giovanni Sabatini)
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