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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
pittore (27-2-1901) Un'altra distinta, caratteristica figura è scomparsa dal mondo artistico romano con la morte dell'illustre prof. Cesare Mariani. Nato a Roma nel 1826, fece i primi suoi studi nella scuola accademica del Silvagni; ma, desideroso di allontanarsi da quella falsa via, cominciò a frequentare la scuola del Minardi ed esordì nelle prime esposizioni della Promotrice con quadretti di genere di costumi della campagna romana, ove portò una fresca nota giovanile, che, allora, parve rivoluzionaria. Bisogna riportarsi a quei tempi in cui imperava l'accademismo con Minardi e Podesti, Consoni, Cochetti, Capalti, ed il purismo tedesco con Cornelius e Thorswalden, per farsi un'idea esatta del valore dell'arte del Mariani, che oggidì ci appare come uno degli ultimi campioni di quella vecchia scuola accademica ormai tramontata per sempre. Bisogna ripensare alle tenebre fitte in cui vivevano gli artisti romani in ispecie, mentre a Firenze Telemaco Signorini coi Macchiaioli e a Napoli Palizzi e Morelli portavano la rivoluzione nell'arte dopo aver visto a Parigi l'arte verista francese della nuova scuola, per guardare con simpatia verso questa geniale figura d'artista testé scomparso, verso questo spirito gagliardo e vasto, che mise la rivoluzione fra gli accademici di allora con qualche audacia nuova, uscita soltanto dall'anima sua e non appresa da altri. Comunque, egli rimase accademico e non lo poteva altrimenti, perché apparteneva ad altri tempi, ma fu accademico un po' diverso dagli altri, perchè guardava con simpatia verso il nuovo indirizzo dell'arte che egli sentiva, e che non poteva seguire intieramente, continuatore di quella scuola classica cominciata col Camuccini sebbene continuatore meno convenzionale, ma più vitale e vero. Verso il 1854 si diede
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