- Non voleva piangere, ma si mise a piangere, ciò non ostante.
Le vecchie hanno facile il pianto e la Duchessa evitava con ogni possa di tradire sè stessa in quel modo, davanti a Giuliano, che in questi casi soleva prendere con aria grave il suo cappello e si ritirava un tantino più frettolosamente del solito. Ma stavolta.... ah stavolta non seppe proprio trattenersi. Ecco, era la Madonna della Consolata, lei per l'appunto. Certo, un cuor d'oro.... lo comanderebbe subito.... a Canavero.
Giuliano non se ne andò. Ora che aveva fatto quell'immane sforzo, era contento. Sì! era contento di fare una fine; e poi era contento anche di sè stesso per aver data quella consolazione alla sua povera mamma. Oh! per lei lo faceva volentieri quel sagrifizio, e per la vecchia casa, che aveva tanto bisogno di esser riattata. La Baronessa forse non se l'aspettava così subito; era una cosa divertente il pensare che probabilmente, anzi inevitabilmente, un certo dispetto l'avrebbe provato. Questo le insegnerebbe a inaugurare dei Viscontini francesi, il giorno dopo la rottura con lui. Certo, il matrimonio doveva farsi presto.... Egli sperava che sua moglie avesse delle belle mani.... era una cosa alla quale teneva assolutamente. E se non sapeva vestirsi, un inverno a Parigi avrebbe rimediato.
Si sentì virtuoso; eminentemente morale. Gli spuntò nell'anima una bizzarra e affettuosa stima per sè stesso. Egli, così bello, così signore, così gentiluomo, si adattava a prender moglie prima dell'êra della parrucca, dell'obesità, dei denti finti, delle cambiali al 50 per cento.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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