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      E le donne, naturalmente, tennero dietro. Ma la Duchessa no. Milla aveva subito provata per la Baronessa una specie di avversione istintiva. La trovava più formidabile di quanto l'entusiasmo della sua determinazione gliel'avesse rappresentata. Vedendola, aveva subito imparata una crudele lezione. Non la temeva precisamente; essa era sicura di Giuliano, oh! sicurissima; ma, nel segreto dell'animo suo, avrebbe dato dieci, vent'anni della sua vita per poter cancellare dal suo passato quel momento d'insana temerità ch'essa, appena compito, aveva cessato di spiegare a sè stessa.
      Non già che colla Baronessa fosse sgarbata, o mancasse come che sia ai suoi doveri di padrona di casa. Oh, no; era inappuntabile nel suo contegno, nella sua cortesia. Ma si sforzava ad esserlo, e talvolta, in quell'esattezza così rigorosa, lo sforzo era visibile. Olga cercava invano d'accaparrarsi quell'animuccia di ex-educanda, di cui voleva, moralissimamente, farsi un trastullo, poichè aveva generosamente rinunziato ad un altro genere di divertimento. Ma il suo fascino non la serviva bene in questa occasione. Milla non le era ostile; le era soltanto aliena. S'era bensì provata a trattarla altrimenti, come una amica; non le riusciva. Mentre la Russa l'avvolgeva, con un tatto infinito, nelle apparenze di un'intimità cordiale ed affettuosa, essa invece rifuggiva, quasi per istinto, da ogni dimostrazione d'intrinsichezza. Non sapeva, colla schiettezza ignara dell'animo suo prestarsi ad una commedia che non la persuadeva.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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