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      Ebbe anch'egli una brusca, strana consolazione. In fin dei conti, Milla non aveva diritto di lagnarsi di nulla. Egli era tuttora un marito.... fedele.... E lo sarebbe.... diavolo.... non c'era pericolo del contrario.... Ma non si poteva negare che Olga.... perdio, che donna di spirito! E il Viscontino! non era vero niente.... gliel'aveva assicurato lei, positivamente.
     
      La Duchessa s'alzò di buonissima ora, dopo avere, nell'incerta luce del mattino che penetrava dalla porta socchiusa, gettato uno sguardo triste e appassionato verso Giuliano. Egli dormiva ora, bellissimo nella sua attitudine riposata e serena. Essa richiuse la porta, procurando di non far rumore, per non destarlo.
      Mentre si pettinava, mandò giù la Carolina, la sua cameriera prediletta, ad avvisare che attaccassero subito la vittoria.
      La ragazza, una bella e franca giovanotta, fece la commissione a Drollino. Questi chiese laconicamente:
      - Sola?
      - Eh! certo! - rispose la giovane, che trovava Drollino un originale mica antipatico - chi vuol l'accompagni al convento a quest'ora? il signor Duca?... forse?...
      Quel "forse" biricchino, e illustrato da un sorriso maliziosetto, avrebbe potuto essere un programma di conversazione; ma il capo di scuderia non lo considerò sotto quest'aspetto. Fece un cenno col capo, e s'allontanò.
      - Stupido!... - pensò la ragazza mentre, leggermente indispettita, teneva dietro collo sguardo a quell'originale.
      Questi se ne andò a dar gli ordini. Ma non accennò al cocchiere che avrebbe dovuto guidare la vittoria.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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