Rimase dunque attonita e quasi scandalizzata quando udì che si trattava invece d'una febbre continua. Oh Dio.... ella che aveva tanta paura delle febbri.... Ma di che sorta di febbre si trattava?... Sperava bene che non fosse infiammatoria.... non attaccaticcia....
- Eh! eh! - disse il dottore, cogliendo la palla al balzo - non so, spero che non sia.... non si può precisar nulla per ora..., ma non vorrei.... che.... certi lontani indizi di tifoidea.... Dio guardi, potrebbero far capolino da un momento all'altro....
La contessa Nemi strisciò frettolosamente una semi-riverenza, e scappò via. Il medico s'allontanò ridendo, senza nessun rimorso pel suo stratagemma. I medici di campagna hanno talvolta delle benefiche audacie di questo genere.
La sera stessa, la Contessa riceveva una lettera del suo notaio, che, per un affare urgentissimo, la richiamava a casa. E, caso singolare, la Garbi aveva notizie non troppo buone di sua madre. Due partenze furono dunque annunziate per l'indomani. Le signore chiedevano col più vivo affetto notizie di Milla, ma nessuna insistè, come avevan fatto tanto gentilmente nei primi tempi, nell'offrirsi a tenerle compagnia. E in capo a due giorni Olga pensò bene di ricevere un telegramma di suo marito, il quale le chiedeva di venire a raggiungerlo, scusandosi di non poter egli stesso recarsi a riprenderla, per affari molto intricati, della cancelleria, s'intende.
Giuliano, quando seppe di questo telegramma, ebbe un momento di viva irritazione. Ecco che se ne andavano tutti e lo lasciavano lì solo.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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