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      Non ebbe un pensiero di rimprovero per Milla. Ma la sua avversione per Giuliano prese da quel punto le proporzioni d'una passione tormentosa.
      Se ne andò verso il pascolo, e non tornò alla villa se non tre giorni dopo, quando seppe che Giuliano era andato di nuovo per la quarta volta a Genova, onde conferire con quella celebrità d'avvocato che trattava i suoi affari.
     
      Non si doveva risapere, eppure si riseppe. Fu per tutti una gran maraviglia, e se ne parlò molto, sottovoce, con una vera grandine di commenti. Va via per questo, per quest'altro. Non si poteva adottare la versione nuda e semplice dell'affare: un capriccio di Drollino. Ci doveva esser qualche motivo segreto, qualche grossa magagna scoperta di recente.
      - Eh! - osservò sghignazzando Battista in un conciliabolo tenuto allo scopo di discutere la questione - avranno scoperto qualche cosa di questo genere. - E fece colle dite aperto il gesto come di chi pizzica le corde dell'arpa. - E siccome è uno della casa, e lo proteggono a spada tratta, avranno accomodato le cose alla chetichella.... e fanno figurare che....
      - Non è vero, non è vero niente - urlò inviperita la Carolina, prendendo le difese di Drollino con un calore, con una energia che le valsero addirittura un subisso di allusioni più o meno riguardose; ma tutte dirette a constatare lo stato veramente anormale del suo cuore. Tanto che, sentendosi così accanitamente attaccata, la giovane battè una pronta ritirata, e si rifugiò nei solinghi recessi della guardaroba a piangere le sue speranze perdute, e a disperarsi della partenza di Drollino e dell'insolenza di Battista.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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