Non era più brillo, ma aveva ancora la testa balorda, lo stomaco sconvolto, o parlava con un fare melenso.
- Sicchè - continuò, alquanto impacciato - m'hai proprio trovato per via? Sarà, sarà.... non mi ricordo più! E dormivo, eh?
- No, allora non dormivi; non facevi che strillare e chiacchierare.
- Ah! sì, chiacchieravo? - E divenuto subitamente inquieto, soggiunse in tono negligente: - Oh bella, chiacchieravo? e, così per curiosità.... cosa dicevo?
Drollino alzò le spalle, e si sforzò a sorridere. L'altro non ardiva insistere, ma lo guardava, dubbioso.
- Mio caro - continuò Drollino - sta tranquillo. Hai detto un monte di bestialità. Per fortuna che c'ero soltanto io a udirti, e ciò che tu dicevi lo sapevo da un pezzo.
- Tu...! - sclamò Battista con vivo malcontento. - Sapevi già.... cosa?
- Ma certo! - continuò freddamente Drollino. - Credevi d'esser tu solo a possedere il segreto del signor Duca?
- Ma come diavolo hai fatto a sapere?
- Ch'egli si reca là a Genova.... - ed esitò ammiccando.
- Sì, per trovarsi con lei! - finì brutalmente Battista - con la Russa. Capirai, tutte questo reticenze, che sugo hanno adesso? Il diavolo ci porti.
- Questo - rispose pacatamente Drollino - è affar mio e non ti riguarda.
- Ma, allora, perchè non me ne hai mai parlato?
- Perchè? Perchè non m'accomodava. Cosa c'entro io con questo cose? Io me ne vado fra poco, e buona notte. E può essere che, per tacere, avessi anch'io delle buone ragioni come le hai tu.
Battista non arrossì, e si pose vivamente le mani in tasca.
| |
Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
|
|
Drollino Battista Drollino Duca Genova Battista Russa Drollino Drollino
|