Allora quella s'impuntigliò, e gli tenne dietro a Nizza. La signora era un po' indisposta e usciva di rado. Un giorno, lui se ne va a Montecarlo, e ci trova la Russa. Stette ancora un poco sul tentennare, poi ci ricascò.... meglio di prima. Ecco qua.... la sapevi tu com'era andata?
- No - confessò umilmente Drollino - non la sapevo così lunga. Sapevo solo che ora.... si ritrovavano a Genova, colla scusa dell'avvocato. Mi figuro che sarà sempre una cosa in grande. Ha cavalli, lei? - chiese poscia con una subita premura di professione.
- No, rimessa.
- Ah! e lui?
- Niente, carrozza d'albergo. Lei sta in un villino, laggiù verso via Carignano. La sera sul tardi escono assieme, vanno all'Acquasola.
Qui diede in un riso sguaiato.
- Una bella coppia.... sai....
- Certo - rispose Drollino, - una bella coppia....
- E la Duchessa? - continuò Battista - se lo sapesse!... Io dico che se lo sa stavolta, gli riprende tutti i soldi che gli ha dato e lo manda al diavolo.... ammenochè.... non si consoli.
- Come?...
- Eh, diamine! facendo altrettanto.
Drollino si drizzò d'un salto, cogli occhi iniettati di sangue, pallido come un morto, e per un momento guardò l'ex-ubbriaco in un modo molto bizzarro e poco rassicurante. Ma subito si calmò, e si mise a ridere.
Si sarebbe detto che, a furia di star sempre così serio, avesse dimenticato come si fa a ridere; certo che il suo ridere non somigliava a quello di nessun altro.
- Ah! vorresti provare.... dici?...
- Sì.... per curiosità. Vorrei provare come la piglia.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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