Pubblicavasi per tanto a 29 dicembre 1781 un bando (2550), col quale avvisavansi i commercianti, che nel prossimo febbraio si sarebbero trovati in Trapani legni da guerra per servire di scorta alle navi mercantili che volessero condursi in Ispagna, ed anco al di là dello stretto. Promettevasi poi lo stesso sussidio anche nel susseguente autunno. A questo utilissimo sovrano provvedimento, [663] aggiungevasi l’altro della libera tratta de’ grani tendenti l’uno e l’altro al risorgimento della nostra caduta agricoltura.
La storia non lascerà certamente in oblio le cose fatte dal vicerè Caracciolo, ma ciò non basta, sarà suo dovere ancora lo accennare quelle altre, e non poche, ch’ebbe egli in mente di fare per la civiltà del paese, benchè non fossero riuscite a buon termine per la guerra fattagli dal baronaggio e dai pregiudizî dell’epoca. Sono da noverarsi tra queste le disposizioni emesse da lui per frenare la frequenza de’ furti cittadineschi. Avrebbe voluto il vicerè, che le ronde di pubblica sicurezza fossero capitanate la notte da’ più rispettabili cittadini, e principalmente da’ forensi, ch’era la classe più agiata e numerosa del popolo, toltine i baroni. Ma questi gagliardamente si opposero, nè si creda già per timidezza di carattere, o per meglio dedicarsi unicamente alla loro professione, ma sì bene per ragion di personale decoro; vedi stravaganza de’ tempi! quasi fosse vergogna a un cittadino qualunque lo adoprarsi in custodia del suo avere o di sè stesso, quando non bastavano altri mezzi a tant’uopo.
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