Non mirando i baroni che a sostenere la ricchezza delle proprie case, che sarebbesi menomata di molto per le doti delle figlie che vorrebbero andare a marito, erano soliti non dare loro altra educazione che quella dei monasteri, sperando che, allettate dalla loro infanzia le fanciulle dalla quiete della vita monastica, si determinassero a prender l’abito e a monacarsi. Ma per le governative disposizioni che limitavano la profusione delle spese dei monacati, restando offesa la piccola vanità delle donzelle nobili, sentivasi il bisogno della fondazione per esse di un luogo di educazione, che mentre le teneva lontane dagli scandali e dai pericoli del mondo, sgravava le loro madri dal peso insolito di educarle, di custodirle. E però nel vasto fabbricato del monastero di Sales, nella via che conduce a Monreale stabilivasi l’educandario Carolino, che ha dato alla società spose educate e buone madri di famiglia.
In quest’anno medesimo concedevasi dal sovrano la istituzione di un vescovo greco per le cinque comuni abitate in Sicilia dai Greci albanesi, i quali prima erano costretti mandare in Roma ad ordinarsi i loro sacerdoti, con grave dispendio, e spesso con pericolo della loro libertà, minacciata nel tragitto dai frequenti pirati barbareschi. I vescovi latini dell’isola vollero sostenere non doversi permettere la istituzione del novello vescovato. Si agitò in Napoli la quistione con molto calore d’ambe le parti; ma la causa fu decisa a pro dei Greci, e fu eletto vescovo per la prima volta il venerabile uomo Giorgio Stassi, ch’ebbe la sua residenza nel comune della Piana, come più popoloso degli altri.
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