Un flagello non nuovo per la Sicilia, rinnovavasi ferocissimo in quest’anno, minacciando distruggere qualunque vegetazione di cereali. Nembi di cavallette per venti turbinosi trasportati in Sicilia dalla prossima Libia infestavano per ogni dove le campagne. Ma non era tardo il governo a dare quei provvedimenti che poteano riuscire più all’uopo opportuni, e tra questi lo efficacissimo di pagarne un prezzo a chi ne raccogliesse un numero determinato. E perchè vi fosse un solerte uomo che dirigesse la esecuzione degli emessi provvedimenti, nominavasi il marchese Agostino Cardillo commissario generale. Risposero tanto i provvedimenti del governo, quanto le cure efficaci dell’ottimo commissario al ben essere dell’agricoltura ed alla generale espettativa.
Era stata costrutta, lungo la spiaggia del mare sin dal 1681 tra porta Felice e l’altra detta dei Greci, un’orchestra di fabbrica, destinata a musicanti, che nelle sere estive ricreavano di strumentali concenti il popolo che scendeva al passeggio. Fu forza nel 1754, essendosi protratta quell’amena passeggiata, trasferire più in centro quell’orchestra. Ma non era destinato quel piccolo fabbricato a lungo tempo nel luogo medesimo; giacchè nel 1784, per la distruzione del baluardo Vega, essendosi fatta ancora più lunga e di belli ornamenti fregiata la marittima via, si volle anche ridurre l’orchestra più in centro, ove finalmente stette sino all’epoca della sua totale distruzione; nè già avvenuta per ingiuria di tempo o per insolito accidente, ma per sostituirvi in vece un fabbricato di gusto migliore.
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