L’idea fu giusta, chè veramente non era un gran che quell’orchestra tuttochè vestita di marmo; ma sino ad oggi non si sono veduti che progetti più o meno buoni, e una piccola barracca provvisoria di legno. Auguriamoci che in qualunque modo si aggiunga al più presto un ornamento cotanto necessario al nostro foro borbonico, già per sè stesso sì bello e sì opportuno al comodo dei cittadini.
Nel giugno del 1784 partiva per Napoli il vicerè, e l’arcivescovo Sanseverino veniva eletto a presidente del regno e capitan generale. Sotto la presidenza di questi ebbesi a temer molto di una squadra algerina uscita in mare, forse al doppio oggetto di stendere le sue piraterie contro le navi di real bandiera, e contro la spiaggia meridionale della Sicilia. Il governo non era tardo pertanto ad avvisarne i luoghi più esposti, e mandava in Trapani una forte squadra sotto il comando del Fortigerri, il quale dovea tenere il mare ne’ tempi propizî, o star pronto ad accorrere dove la bisogna il richiedesse. Sia che gli Algerini ad altro mirassero, sia che vedessero l’isola preparata alla difesa, nulla tentarono, e il paese non ebbe a risentirne alcun danno. Null’altro vi ebbe che meritasse una particolare storica menzione [673] nella presidenza del Sanseverino della breve durata di cinque mesi, giacchè il Caracciolo riconfermato vicerè per un altro triennio, restituivasi a Palermo il dì 22 novembre.
In questo medesimo anno, a confortare i Messinesi dell’orrendo disastro del terremoto riconfermava loro il re il privilegio della scala e porto franco, con reale editto del 5 settembre (2563). Per esso, la città di Messina avea libera l’immissione e il consumo di tutti i generi e manifatture straniere, esenti da qualunque dazio.
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