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      Rendea questa reale munificenza la bella città che siede regina sul Peloro, l’emporio del commercio in Sicilia. Negozianti stranieri venivano a fissarvi la loro dimora, allettati ancora dalla sicurezza del porto e dalla salubrità di un aere il più ridente che possa mai bramarsi; e tutti gli abitanti dei vicini paesi vi accorrevano, onde provvedersi a pochissimo costo di quanto abbisognassero in drappi di cotone, di lino, di lana e di seta, che manifatturati di un modo qualunque sfuggivano al peso delle leggi doganali. Privilegio stimato dai veri amici della prosperità di Messina superiore a tutte le vanità municipali. Eppure non mancarono in ogni tempo di quelli che avrebbero rinnovato l’esempio del cane da Fedro dipinto, che si lascia cader di bocca la carne per afferrarne la immagine ripetuta in fondo al ruscello.
      L’isola di Lampedusa intanto, per un legno che facea naufragio sulle sue rive, attaccavasi di peste. Essendo assai scarsi i suoi abitatori non riusciva grave il danno, ma il terrore del vicino contagio atterriva l’isola, e svegliava la solerzia dei magistrati sanitarî, per le cui opportune disposizioni purgavasi in breve tempo quell’isoletta della peste, e rassicuravasi la Sicilia.
      Sulla fine del breve periodo della presidenza del Sanseverino emanavasi la reale prammatica (2564) per la quale riformavansi le tasse abusive e pesantissime a’ litiganti, delle sentenze dei magistrati, e delle liquidazioni e dei calcoli che formavano allora la maggiore ricchezza dei causidici.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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