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      Gli opportuni provvedimenti emessi dal vicerè in quella dura emergenza attenuarono notabilmente il male, mantennero l’ordine pubblico che facilmente potea venire a turbarsi, salvarono migliaia d’uomini dal tremendo flagello della fame; e Palermo, ch’era minacciata più di tutte le altre città dell’isola pel gran numero de’ suoi abitanti, ebbe anche meno a soffrirne.
      Pubblicavasi in questo anno a conforto delle patite sventure un insigne beneficio alla sicurezza e alla prosperità del commercio, la pace conchiusa con Tripoli.
      Nel 1785 nessun altro provvedimento ebbe luogo che meriti particolar menzione, se si eccettui il giusto rigore usato dal Caracciolo a carico di alcuni infedeli amministratori del monte di Pietà, che lo fallirono di molte migliaia di scudi, e a carico di altri che rinnovarono il vergognoso esempio nel pubblico banco. Persone cospicue implicate in quella malversazione del pubblico denaro, ebbero a soffrire, oltre alla perdita dagl’impieghi, condanne e carcerazioni. Certo che [675] ladronecci di tal fatta disonorano non che le persone che le commettono, ma anche indirettamente il paese ove accadono: pure il vederli severamente puniti, e il veder lodata la severità del governo che li punisce, è gran prova della probità de’ tempi e della buona pubblica morale.
      Entrava appena l’anno 1786, ed era dalla corte richiamato in Napoli il Caracciolo per destinarlo ad altre incombenze. A 18 gennaro imbarcavasi egli su di un legno da guerra appositamente spedito, e lasciava l’isola dopo cinque anni di governo, avendo fatto non poco per la civiltà del paese.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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