Ma si credè non permetterglisi la chiesta prerogativa, e bisognò egli condursi al palazzo di sua destinazione privatamente, benchè fosse corsa di poi la voce che la corte avesse aderito a’ suoi reclami non ostante la opposizione fattagli dal Caracciolo.
Sul principio adunque del 1786 avvenivano grandissimi cangiamenti di ministri in Napoli. Il marchese della Sambuca era ritirato dalla carica di primo ministro, il Caracciolo chiamato a quella di ministro degli affari esteri, e Fonsdeviela prendeva possesso il giorno 19 gennaro dell’eminente grado in Sicilia di presidente del regno e capitan generale. Nel breve suo governo non ebbe egli altro a fare che mettere ad esecuzione alcuni de’ provvedimenti del Caracciolo, de’ quali non era ancor giunta la sovrana sanzione, se ne togli la proibizione emessa de’ pubblici giuochi del toro, che fu opera tutta sua, e commendevole pe’ disordini che facea cessare, derivanti dalla ferocia dei mal custoditi animali, e dall’assembramento tumultuoso dell’infima classe del popolo.
CAPO III.
Francesco d’Aquino principe di Caramanica vicerè, e l’arcivescovo Lopez y Rojo presidente del regno.
Giungeva intanto a 21 aprile 1786 a Palermo il novello vicerè Francesco di Aquino principe di Caramanica, duca di Casoli, conte di Palena, splendido uomo, che il baronaggio palermitano accoglieva con gioia, perchè credealo meno avverso del suo predecessore ai privilegi della feudalità siciliana. Pure al suo primo entrare nel governo parve ch’egli seguisse in tutto le orme del Caracciolo, giacchè nel primo anno del suo viceregnato agitavasi caldamente in Napoli la causa per la quale voleasi non già mutilare la prerogativa ai baroni del mero e misto impero, ma annullarla del tutto.
| |
Caracciolo Napoli Sambuca Caracciolo Fonsdeviela Sicilia Caracciolo Aquino Caramanica Lopez Rojo Palermo Francesco Aquino Caramanica Casoli Palena Caracciolo Napoli
|