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      Conoscendo i due bracci demaniale ed ecclesiastico la gravezza de’ pesi imposti in sostituzione della privativa del tabacco, votavano unanimi che si tornasse ad essa; ma i baroni fortemente si opposero, e motivarono il loro dissenso su molte considerazioni (2568), e, fra le altre, su quella del danno che ne avrebbero risentito gli agricoltori e i trafficanti del tabacco. Quel che è qui sopratutto da notarsi, come prova di notabile decadenza de’ baroni, è il vedere che la elezione dei dodici deputati del regno, subì un’insolita alterazione. Per lo innanzi, de’ dodici deputati del regno, tre nominavansi da’ tre diversi capi de’ bracci parlamentarî, ed era solito il pretore di Palermo, capo del braccio demaniale, nominare sè stesso. Gli altri nove deputati nominavansi da tutto il parlamento, e per lo più cadevano le elezioni sopra membri di famiglie baronali, intromettendovi per un certo pudore due o tre deputati della classe de’ titolati onorarî. Questa volta il re eligeva egli i deputati del regno, e tra questi notavansi appena quattro baroni. Di tutte le grazie richieste da questo parlamento due sole riceveano la pronta e manifesta sanzione reale, la conferma de’ donativi, e la rettifica del catasto; le altre erano rimesse allo esame di magistrati diversi, e riserbavasi il sovrano a manifestare in appresso la sua volontà.
      Perchè si potesse accorrere alla manutenzione delle nuove strade lastricate della città, e perchè altre se ne potessero costruire, fu emesso un reale dispaccio che prorogava per altri quattro anni la tassa imposta sulle carrozze.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





Palermo