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      Per quella del Cascini il senato pensò opportunamente collocarla nella grotta di santa Rosalia sul Pellegrino, giacchè quel buon padre avea raccolte intorno alla patrona di Palermo le più peregrine notizie, formandone un bel libro, che è la vita più completa che si abbia della vergine nostra romita. La famiglia Drago ottenne la terza statua che rappresentava uno de’ suoi membri da cui aveva ella tratto maggior decoro. Quella di Carlo di Napoli più sventurata delle altre non ebbe chi la rivendicasse, e rimase per assai tempo a far spiacevole compagnia all’altra del vicerè Fogliani, ch’era stata deposta dal popolo nelle turbolenze del 1772.
      L’officio delle regie poste, dopo ch’era stato da mani di chi possedealo rivendicato, bisognava di un apposito fabbricato ove stabilirsi, e fu scelto a tal uopo quello aderente all’antica chiesa di s. Cataldo dietro il palazzo pretorio, quasi in centro alla città. Il vicerè nel 1787 interveniva solennemente a quella istituzione, ed emanava i regolamenti che doveano renderne il servizio di maggior comodo al pubblico. Giungeva intanto da Napoli il dì 28 aprile, e faceavi la sua magnifica entrata il comandante generale delle armi Giovanni la Rocca e Pasquale.
      Nel giugno seguente, ancoravano nel porto due galere maltesi, venute secondo il solito a complimentare il novello vicerè. Ne avea il comando un francese, la Bourdonaye. Furono splendidissime in questa occasione le feste date in città dal Caramanico, e dai cavalieri dell’ordine di s. Giovanni sulle stesse galere, disposte mirabilmente a magnifiche gallerie di ballo.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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