Nel giugno del 1787 volle assistere questo splendido vicerè alla solenne apertura del teatro ristaurato, destinato allora all’opera in musica. Il proprietario dell’altro teatro detto di s. Catarina, oggi Carolino, mosso dal nobile esempio e più ancora dal proprio interesse, non fu tardo nello stesso anno a ripulire anche il suo destinato all’opera comica. Oggi sono mutate le fortune di questi due teatri, alzandosi il secondo alla dignità del primo, e scendendo questo al più umile officio dell’altro.
Nè solo attendeva il Caramanica alle cose che sono di semplice diletto, ma anche alle utili. Gridavasi altamente da’ commercianti stranieri, e i rispettivi consoli se ne faceano gl’interpetri presso il nostro governo, contro l’alterazione della cenere di soda, interessantissimo ramo del siciliano commercio; e il vicerè pubblicava opportunamente un bando (2570) col quale metteva freno alla intemperante ingordigia de’ contraffattori, prescrivendo severe norme di come regolarsene la estrazione.
I bisogni ognora crescenti dello stato non faceano intanto perder di vista quanto potesse migliorare il regio erario. In quest’anno 1787 offrivane il destro la corte di Roma. Un Matteo Bonelli avea donato al monastero de’ Cisterciensi la terra e stato di Prizzi; e gli abbati di quest’ordine aveano qualche tempo dopo concessa ad enfiteusi questa terra e stato a’ principi di Cattolica di casa Bonanno. Il papa si credette in dritto di aggiungere l’entrata proveniente da quella concessione all’abadia di Casamari.
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