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      Fu la denunzia rimessa allo esame del tribunale del real patrimonio, e questo con esempio di giustizia antica avvisava in un rapporto dell’avvocato fiscale, essere utile all’agricoltura in generale dell’isola tutta il proposto censimento, ma aggiungeva che essendo proprie le terre dette comuni dei paesi intorno ai quali erano poste dovea la rendita appartenere alle rispettive amministrazioni comunali. Bene avvisava il tribunale del real patrimonio, e vi aderiva generosamente il sovrano (2572). Spedivansi quindi all’uopo circolari per la pronta esecuzione, [682] per la quale sarebbersi poste in coltura da nuovi enfiteuti terre non poche improduttive, e le amministrazioni comunali avrebbero acquistato di che accorrere ai pesi de’ quali sono la più parte gravate. Al Pomar non restò che la vergogna della infruttuosa denunzia.
      Era stato già da qualche anno riconosciuto in Europa il giovamento dello innesto del vaiuolo. I popoli più civili vincendo la solita renitenza del volgo per tutti i nuovi provvedimenti, per quanto utili si fossero, avean già accolto quel bene produttivo di notabile accrescimento di popolazione. Pure tra noi contavansi ancora a dito i parenti che determinavansi ad offrire i figli alla salutare operazione dello innesto, benchè ne fosse in piedi allo spedale civico la istituzione. Un bando viceregio del 23 ottobre 1787 inculcava ai governatori dell’ospedale la esatta osservanza del nuovo istituto su i fanciulli della projezione e sugli altri che poteano esservi all’uopo tradotti spontaneamente, affidandone la cura al nostro valoroso medico Francesco Berna, onore dell’arte a quel tempo.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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