Il movimento che danno i governanti alle cose utili si estende sempre anche al di là dell’epoca del loro governo. Un carro cui si dà una sola forte spinta non si arresta ad un tratto; ma gradatamente in proporzione dell’attrito e degli ostacoli che incontra; ma se la forza impellente non lo abbandona, allora anzichè arrestarsi cresce di celerità. Così tra noi le opere pubbliche ebbero un forte impulso da Colonna vicerè e da Regalmici pretore, Caracciolo che venne dopo, in mezzo ai suoi provvedimenti economici ed antifeudali, non trascurò di promuoverle, e l’animo generoso di Caramanica ne accelerò il moto.
      Tre reali dispacci, uno del 1766 e gli altri due del 1776 aveano già aboliti molti di quei dritti angarici che si esercitavano abusivamente dai baroni sopra gl’infelici abitatori delle terre e paesi ad essi soggetti; ma [683] la provvida legge restava ancora vuota di effetto per la estrema miseria degli oppressi, e per la prepotente forza degli oppressori. Erano continui i reclami ora di una popolazione, ora di un’altra, sicchè il governo finalmente nel 1788 emanava un forte provvedimento (2573) pel quale, richiamandosi in vigore le disposizioni del 1766 e 1776, proibivasi affatto a’ baroni lo esercizio di qualunque angarico dritto che non derivasse espressamente dalle concessioni de’ feudi.
      Intanto vedeva il paese favoriti efficacemente da Caramanica molti pubblici stabilimenti. Per di lui opera otteneva il collegio degli orfani civili di san Rocco un aumento di rendita di onze duecento annue prese da’ fondi dell’abolita inquisizione; e il nascente orto botanico otteneva il sussidio di onze mille sulle somme cumulate della vacante ciantria della real Cappella Palatina.