Il Caramanica provvide che anche su questi due generi di molesti questuanti posassero le leggi emanate contro il vagabondaggio (2575), ponendo un freno in tal guisa alle importunità e alle rapine di tali improbi mendici. E con esempio di bella umanità indi a poco proibiva le contrattazioni di servizî personali a tempi determinati (2576), schiavitù intollerabile. Prese egli motivo a tale provvedimento dal ricorso di una infelice moglie di un servo impedita a partire insieme allo sposo dal contratto da lui formato di servitù temporanea con la famiglia di un nobile.
Una giustizia di forca ebbe luogo a Palermo, il dì 4 luglio, che non va preterita in queste memorie per la stranezza del delitto e per le voci che ne corsero nel pubblico. A somiglianza di ciò ch’era avvenuto in Napoli al 1632, dove una donna per nome Tufania a sfogo di private vendette vendeva un’acqua venefica detta ancora dal suo nome Tufania, così tra noi Giovanna Bonanno, detta poi volgarmente la Vecchia dell’aceto, che avea già ottant’anni quando fu vista pendere dal capestro, dava a venal prezzo un certo aceto misto di alcune polveri arsenicali, che spacciavansi da qualche aromatario a mondare i corpi umani dagli insetti. Furono molti i delitti di avvelenamento che per tal mezzo si commisero da mogli infami sugli abborriti mariti, e da questi a vicenda sulle mogli, e tra congiunti impazienti di farsi eredi, e fra gente d’ogni sorta mossa da privati interessi e da odî nascosti. Non potè finalmente più rimanere occulto l’iniquo commercio: avutone sentore la giustizia si assicurò di molti colpevoli, e prima d’ogn’altro della maledetta vecchia.
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