Parve al re, e conformavasi in questo a’ più sani dettami della ragione, che non si potessero in sì tenera età aver prove indubitate di una ferma vocazione, e che pertanto il prescrivere un’età più matura a tale bisogna era un evitare i frequenti pentimenti de’ religiosi, pentimenti di rovina all’anima e al corpo se divorati nel silenzio delle coscienze, e di scandalo pubblico se fatti palesi ne’ tribunali. Con altro bando dello stesso anno non meno filosofico e giusto (2580), perchè tendente a perpetuare le famiglie, proibivasi il prendere la carriera monastica e il professarsi agli unigeniti.
Va ricordato in questo anno 1791 il termine della furbesca ma illustre carriera di Giuseppe Balsamo detto poi Cagliostro, dalla padrina che lo tenne al fonte battesimale, Vincenza Cachiostro. Nato in Palermo l’anno 1743, era costui uno di quegli uomini che possono giungere a tutto, pronto di mano e d’ingegno, e di sì temeraria coscienza da non esservi mezzo che lo atterrisse per arrivare allo scopo propostosi. La natura lo [688] avea fornito di tutti quei talenti e di tutta quella iniquità che possono condurre un uomo alla ricchezza e al dominio o alla forca. Sdegnò nella prima giovinezza tutte quelle carriere che aprivano un campo limitato alla sua smodata ambizione.
Le prime frodi commesse in patria lo costrinsero a fuggire e a condursi pel mondo, visitando così, ora profugo e perseguitato dalla giustizia, ed ora in treno di gran personaggio rispettato e temuto, quasi tutta Europa e parte ancora dell’Asia.
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