E niuno ebbe a dolersi di tale imposizione, quando il pagarla fruttava almeno la commodità del viaggio. Ma non sempre andò così la faccenda, giacchè ci è toccato spesso a dolerci delle male strade, anche in quei luoghi dove le barriere fruttavano al di là di quanto bisognava a ripararle.
      Avea già qualche nome la nostra accademia detta del Buon Gusto, come quella che avea fatto argine alla corruzione del secolo XVI. Era solita radunarsi questa accademia nella casa del principe di Santa Flavia, ma non si sa bene per qual motivo venne a mancare agli accademici questo luogo di convegno. Il senato di Palermo non volle che perisse una sì bella istituzione, la quale contava tra i suoi membri insigni letterati e poeti, e permise quindi che le adunanze si tenessero nello stesso palazzo pretorio; e perchè bisognavano talune piccole spese annuali, aderendovi il vicerè, si fece dalla comune all’accademia l’annuale assegno di onze ventiquattro.
      Con nuovo esempio veniva intanto quest’anno 1792 per la terza volta riconfermato vicerè Caramanica, e non già pel solito triennio, ma per sei anni; il che fece manifesto il favore che godea egli presso la corte, e la tendenza di questa a favoreggiare i baroni, che amavano il Caramanica splendido e cortese di modi, e loro non sì apertamente avverso, siccome aveano sperimentato il suo predecessore. Un altro avvenimento non meno gradito a’ baroni fu quello di veder data la proprietà della carica di consultore del governo al marchese Giacinto Simonetti, non tanto perchè si conoscesse l’indole di lui, ma perchè non vedeansi più addosso quel Saverio Simonetti che ricordava loro gli amarissimi tempi del Caracciolo.