Una fregata maltese veniva a complimentare il Caramanica della riacquistata salute; e perchè i tempi correano rischiosi anche al breve tragitto de’ nostri legni tra Napoli e Palermo, prima di tornarsene a Malta, scortava sino alle bocche di Capri la grossa nave che in servizio del governo teneva aperte le rade comunicazioni che si aveano i due regni.
Gli arcivescovi di Palermo, i giudici della regia monarchia, gli abati di s. Lucia avean lungamente disputato di giurisdizione coi cappellani maggiori; ma nel 1794 fu dichiarato dal re che le facoltà ecclesiastiche del cappellano maggiore andassero libere di qualunque soggezione dall’arcivescovo, dal legato apostolico e dall’abate di s. Lucia. Nello stesso anno era eletto cappellano maggiore monsignore Alfonso Airoldi, dichiarandosi espressamente che siccome trovavasi l’Airoldi già legato apostolico, non si dovea per questo intendere, che la dignità di cappellano fosse data al legato, ma sibbene alla persona (2582).
A 24 agosto aprivasi intanto il parlamento. Il discorso di apertura letto dal protonotaro in nome del vicerè annunziava i grandi bisogni della corte per la guerra già dichiarata alla Francia. Il segretario del governo Carelli che secondo il costume da qualche tempo introdotto sedeva nel braccio demaniale nella qualità di rappresentante della città di Catania, mosso da zelo esagerato, volle troppo adoprarsi anche ne’ due bracci militare ed ecclesiastico perchè il parlamento fosse largo di sussidî; ma la di lui opera riuscì piuttosto grave che utile al [692] governo, giacchè gli ecclesiastici e i baroni inaspriti dalle sue importunità ne accolsero male le istanze, e benchè si fossero mostrati generosi, diedero a conoscere che la loro generosità era nata dal rispetto che aveano pel re, e dall’interesse che prendeano alle difficili circostanze de’ tempi.
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