Un Giuseppe Teriaca argentiere e un soldato svizzero del reggimento comandato da Jauch furono i due che denunziarono la congiura assicuratisi prima della impunità.
Nella sua piccolezza fu questo un avvenimento che per lo scopo de’ cospiranti potrebbesi paragonare alla congiura di Catilina, per tutt’altro a qualunque delle più insignificanti cospirazioni svanite prima di nascere, e di poca o nessuna conseguenza, quand’anche avesse sortito il suo pieno effetto. Correa molta distanza tra un uomo della tempra di Catilina fornito di tutte le virtù e di tutti [695] i vizî che rendon formidabile un capo di congiura, e un meschino e gretto avvocato qual era il Di-Blasi.
Il brigadiere Carlo Jauch, movea di Sicilia per Gaeta seguito da un grosso di truppe; mentre davansi provvedimenti dal governo per la difesa del littorale minacciato, dicevasi, da’ barbareschi (2585). D’altra parte per un bando del 14 giugno 1786 (2586) vietavasi lo emigrare dal regno a gente di qualsivoglia condizione, perchè non scemasse il regno d’uomini e di denaro, ch’erano le due cose di cui non poteasi aver mai numero sufficiente in una lotta tanto disuguale. Ai donativi ordinarî e straordinarî del parlamento, a’ provvedimenti presi per realizzare il capitale del milione, alla monetazione di tante specie metalliche, alle spontanee sovvenzioni apprestate dalle persone di tutte classi, fu aggiunta anche l’imposta a favore dell’erario della decima di tutte le pensioni regie (2587). Grandi sforzi avea fatto il regno di Napoli a cui sovrastava più vicino il pericolo; e la Sicilia, ch’era naturalmente difesa dal mare, dalle forze navali inglesi e dall’antica avversione al nome francese, anch’essa non lasciò di mostrarsi devota al suo sovrano sovvenendolo di larghi sussidî d’ogni sorta.
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