Fu diretta in questa occasione in nome di S.M. dal ministro Acton al presidente del regno, perchè la comunicasse ai suoi fedeli Siciliani, la manifestazione del gradimento sovrano (2589), dell’avere eglino soccorso il regio erario in un solo anno, dal 1795 al 1796, di tre milioni e settecentomila ducati, oltre alle somme inviate al [697] Caporuota Bisogni per impiegarsi nello imprestito del milione.
Nell’anno 1797, deposte le agitazioni del corso pericolo, allietavasi Palermo delle cure che vedea spese alla pulitezza e allo abbellimento della città. L’arcivescovo presidente del regno provvedea a render libere d’ogni inpaccio e monde le strade, e il benemerito Asmundo Paternò Sessa abbelliva a sue spese di altri due chioschi gli angoli occidentali della villa Giulia, e di due vasche l’estremo fondo dell’Orto botanico.
La penuria del ricolto dell’anno 1796 fecesi fortemente sentire nel seguente anno; ma vi si provvide in tempo opportuno, tirando dalla Puglia sino a dodicimila salme di grano, il quale, comechè di pessima condizione, supplì al bisogno, ma diede di che mormorare al popolo avvezzo a un’abbondanza di pane del miglior frumento che si produca in Europa.
Avvenne in quest’anno la schiavitù di Luigi Moncada principe di Paternò. Con poca previdenza volendo recarsi in Napoli questo ricco magnate si commise a un pessimo legno capitanato da un infido greco per nome Giacomo Inglese. Fosse stato caso, o perfidia del capitano, siccome ebbesi ragione di credere (2590), fu il legno predato da’ barbareschi, e l’improvvido Moncada andò schiavo insieme all’equipaggio e al non piccolo numero de’ suoi familiari.
| |
Acton Siciliani Caporuota Bisogni Palermo Asmundo Paternò Sessa Giulia Orto Puglia Europa Luigi Moncada Paternò Napoli Giacomo Inglese Moncada
|