Il breve governo di Luzzi non appresta alla storia che pochi atti governativi degni di particolar menzione; e tra questi è la prammatica del 17 settembre 1798 (2598), la quale richiama in osservanza le antiche leggi sulle prescrizioni de’ dritti di rivendica de’ beni tanto allodiali che feudali; gli altri tutti non riguardano che precauzioni di difesa, ostilità commerciali contro i Francesi già possessori di Malta e di Genova, favori agli alleati e principalmente agl’Inglesi che erano i promotori della crociata europea contro la franca repubblica.
Allo spirare del 1798, la mattina del 26 dicembre approdava il re con la real famiglia in Palermo, ove ricevea quell’amorosa e sincera accoglienza che mai viene meno a’ principi di buona indole tra i popoli generosi e riconoscenti. L’infortunio quindi della perdita de’ vasti e belli dominî napolitani trovava un compenso nell’amore de’ Siciliani e nella sicurezza di non temersi tradito. L’isola per altro difesa dagl’Inglesi era un baluardo inespugnabile dal valore francese. Potea in essa il re riposarsi tranquillo dalle sofferte agitazioni senza timore di sentirsi rumoreggiare d’appresso il tamburo dei republicani o il grido delle interne sollevazioni. Le reciproche manifestazioni di affetto tra sudditi e sovrano furono in questa occasione nobili insieme e commoventi. Il principe delli Luzzi cessando dalle sue funzioni [703] di vicerè, prendeva il portafoglio di ministro per gli affari interni del regno.
Finalmente vedea Palermo restituita nel suo seno la sede de’ siciliani monarchi, e risorgevano in lei le speranze dell’antico splendore.
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