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      Seguendo le orme degli antichi re delle due Sicilie, vide egli l’utilità e la sicurezza che provenivagli dalla novella sede siciliana, da dove, quasi da inespugnabil fortezza, potea minacciare e aggredire il nemico che si attentasse metter piede nei suoi dominî del continente, e pensava quindi a ricomporre un governo che bastasse a reggere tutti gli affari. Facea ministro della guerra il principe di Trabia, e ministro di alta polizia, e di giustizia il principe del Cassero. Il Luzzi, passato a consigliere di stato, riferiva tutti gli altri affari non compresi nei due ministeri di sopra, con l’assistenza di Orazio Cappelli, nominato per altro sotto-direttore degli affari esteri. Statuiva due sotto-direttori per la guerra, nominandovi il colonnello Giovan Battista Colajanni, e riserbandosi a nominar l’altro (2599). Avrebbe voluto provvedere il re all’arcivescovato di Palermo, se avesse potuto ottenere la rinunzia del Lopez, ma per molto tempo resisteva questi a tutte le insinuazioni (2600). Sicchè parea non fosse da pensarvi altrimenti; ma privo delle rendite del suo vescovato, finalmente diveniva il Lopez a fare la sua rinunzia, contentandosi dello assegno di onze mille all’anno; la corte di Roma però negava alla rinunzia il suo assenso, e la sede vescovale di Palermo rimaneva ancora senza pastore esercente, benchè il Lopez ne ritenesse il titolo.
      Appena erasi distrigato il principe di Cutò dalla efimera ma barbara mossa di Caltagirone, vedeasi, già fatto maresciallo, destinato all’eminente carica di governatore di Messina, ch’era la seconda carica del regno.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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