L’accompagnavano tre reali principesse sue figlie, il principe D. Leopoldo, e tre ministri; il principe delli Luzzi nella qualità di suo maggiordomo, il principe [709] di Castelcicala destinato ministro a Londra, e D. Alvaro Ruffo. Il Luxembourg ove andò a risedere fu il teatro delle sue splendidezze, avendo seco recato la magnificente sovrana un mezzo milione di ducati. Da questo viaggio si videro poi contratte nozze, che estesero maggiormente le relazioni della nostra corte con le famiglie principesche di Europa.
Un privato avvenimento merita di essere ricordato pel lungo semenzaio di liti che produsse, e per lo inestricabile viluppo di frodi di che fu per molti anni tessuto. Vivea ricchissima in Morreale una monaca bizzocca per nome Giuseppa Greco detta volgarmente la Carrina. Non avea questa donna parenti in primo grado, e davasi poco pensiero degli altri. Però già vecchia vedeasi corteggiata da persone che ambivano farsi eredi delle sue sostanze. Ma la sua ambizione soddisfatta non era tale da determinarla in favore d’uno più tosto che di un altro. Un Santo Paternò, venuta a morte la Greco, pensò profittare della buona corrispondenza che avea seco lei intrattenuta; e produsse una larga donazione fatta in suo favore dall’estinta. Non era però solo ad ambire la conquista di tanta ricchezza. Un Domenico Candia col titolo di erede attaccò di falso la donazione; fu lungo accanito il piato che ne seguì; e finalmente, dichiarata falsa la donazione, il Paternò, deluso dalle sue speranze, videsi ridotto in prigione impoverito più che nol fosse mai stato dalle spese del lungo litigio, e dalle altre che fu costretto pagare al vittorioso Domenico Candia.
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