Ma il dolore di questa perdita nell’animo dello sposo e del re fu alleviato dalla pace che seppesi fermata fra le due potenze che si guerreggiavano a morte, la Francia e l’Inghilterra. Erano sì stretti allora i legami d’amicizia tra i due gabinetti di Palermo e di Londra, che parve non potersi sperare se non in essa, onde comporre a durevole concordia le cose di Napoli e Sicilia con la Francia. Qualunque altra pace dove non entrasse l’Inghilterra sarebbe riuscita incerta ed infedele. Il buon senso di Ferdinando penetravasi di questo vero, e quindi auguravasi a ragione il sospirato ritorno nella sua prediletta Napoli.
      Sul cominciare dell’anno 1802 il nuovo pontefice Pio VII annuiva alla rinunzia fatta finalmente dallo arcivescovo Lopez alla sua diocesi di Palermo; e quindi Mr. Bernardo Serio da vicario generale passava a vicario capitolare, benchè per pochi giorni, giacchè il teatino Domenico Pignatelli eletto arcivescovo di Palermo il 29 marzo, prendea possesso per procura a 10 del seguente aprile, e giungeva alla sede della sua diocesi il 16.
      Da quest’epoca in poi non si videro più cumulati sullo stesso capo i due arcivescovati di Palermo e Morreale, com’erasi fatto sin dal 1773 nella persona del Sanseverino, e degli arcivescovi che gli succedettero. Pignatelli fu arcivescovo di Palermo soltanto, e Morreale ebbe il suo arcivescovo nel devoto Mercurio Maria Teresi, il quale, preso possesso a 9 giugno 1802, cessò poi di vivere nell’aprile del 1805.
      In quest’anno vedea sorgere Palermo a sollievo delle povere famiglie un altro monte di Pietà detto di s. Rosalia nel palazzo del principe di Pietraperzia presso la casa religiosa dell’Olivella; avendo già questo ricco magnate portato a compimento il suo magnifico palazzo sul foro borbonico, che si offre il primo allo sguardo de’ viaggiatori che approdano a Palermo.