Nella lunga assenza della compagnia di Gesù da quasi tutto l’occidente d’Europa, accolta essa da’ Russi nel loro vastissimo impero, si [715] adoperò caldamente alla civiltà di quei popoli; imperciocchè sieno quali si vogliano le opinioni degli scrittori intorno al politico reggimento de’ gesuiti di quel tempo, niuno loro negava il merito di estesissime cognizioni, e di maravigliosa operosità. Poco prima del loro arrivo a Palermo, avea sventuratamente un incendio devastata buona parte della chiesa del Collegio Nuovo.
All’abbondanza del ricolto del 1803, era succeduta la scarsezza del 1804, i cui dolorosi effetti ebbersi precipuamente a sentire nel 1805. Non era però tardo il luogotenente a provvedervi, col chiudere a tempo opportuno la libera tratta de’ grani, e coll’incoraggiare gli agricoltori alla semina. Erano giunte notizie da Messina che i detenuti in quelle prigioni mal potessero alimentarsi dello scarso pane ch’era loro impartito, e il governo accorreva sollecito a tanta bisogna (2610), accrescendo per quei sventurati la quantità del pane giornaliero, ed ordinando che alle minestre poco alimentizie di erbe, si sostitussero le altre più sostanziali de’ legumi.
Un altro pubblico danno cominciava fortemente a farsi sentire per l’adulterazione della moneta di rame, e quindi veniva tosto inculcato (2611) a’ magistrati competenti che alacremente si adoprassero alla scoverta e alla punizione de’ rei.
Un altro utile provvedimento (2612) veniva dal governo emanato che liberava i comuni del regno dall’abuso introdotto da’ militari transitanti, i quali, nel trasferirsi da un paese ad un altro, pretendeano che mettà del fitto della vettura di che usavano fosse pagato dal comune d’onde partivano.
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