Faceva inoltre per la seconda volta il donativo alla regina di ducati centomila, e ne dava altrettanto per la nascita dello erede del trono, oggi Ferdinando II. E perchè il re avea caldamente raccomandato che si ripartissero con maggiore equità le imposte tra i contribuenti, e che se ne riducesse a maggiore semplicità la riscossione, impose il parlamento il 5 per 100 su tutta la proprietà rusticana urbana e rendale, e prescrisse le basi del sistema daziario, commettendone alla deputazione del regno la esecuzione. Gli ospedali, gli alberghi di poveri, i così detti collegi di Maria doveano restare esenti da qualunque tributo. Tra le grazie che chiese al re questo parlamento, meritano di essere ricordate la riforma del codice penale, e la istituzione di altre ventiquattro compagnie d’armi, oltre a quelle già esistenti, per la sicurezza interna del paese; istituzione che per tanti anni corrispose allo scopo di tener sicure le vie da’ ladri, già troppi e troppo insolenti. Era data a’ capitani di queste compagnie la responsabilità de’ furti, ritenendo l’erario a sicurezza de’ derubati parte del soldo de’ capitani.
Furono però tenuti i sagrifizî fatti da questo parlamento inferiori all’urgenza de’ tempi. Ebbe il re la moderazione di non dolersi apertamente della cifra, ma si dolse della posposizione de’ quattro mesi, e della ripartizione tra i contribuenti. Promise che commetterebbe ad uomini di legge un progetto di riforma del codice penale; approvò la istituzione delle compagnie d’armi; e annunziò che avrebbe nell’anno medesimo convocato un’altra sessione parlamentaria per occuparsi di tali interessantissimi oggetti.
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Ferdinando II Maria
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