Di vantaggio, mentre restavano aboliti tutt’i dritti angarici, che si corrispondeano dalle popolazioni del regno alle rispettive università, e regie segrezie, s’ordinò che di tali dritti a volontà de’ comuni e de’ singoli cittadini se ne potesse dimandare l’affrancazione col corrispondente indennizzamento; dovesse sospendersi qualunque novità di fatto, e restare le cose siccome erano. Soggetti a compensi pur furono i dritti angarici già venduti in disprezzo delle antiche leggi normanne e sveve, e della libertà delle persone (2625).”
Ma bisognava convocar nuovo parlamento, perchè le urgenze dello stato erano sempre crescenti, e facea pure mestieri, che s’eleggesse il nuovo ministero. A ciò si provvidde richiamando l’antico, e il Lucchesi, e il Gualtieri, e il Ferreri vennero ad occupare nuovamente gli abbandonati posti. Il suddetto parlamento però fu d’uopo trasferire, sino a che re Ferdinando, meno travagliato dagl’incomodi di salute, mostrò voler lui pel bene della Sicilia presedere a questa nuova assemblea. Grande ne fu il contento, speravansi ottimi effetti; il re lo diceva “esser venuto per procurare il vantaggio della nazione, a questo esser mosso non che dal cuore, altresì dalla inchiesta fattagli.” Laonde volle egli occuparsi del codice delle leggi, delle pubbliche gravezze, e d’ogni altra cosa che l’interesse generale del regno grandemente muoveva. Ciò non ostante questa nuova apertura non fe cosa di positivo, e per conseguenza il re chiuse il parlamento, nè volle più attendervi, perchè vedea che quanto sperava di fare in comun prò non poteva avere effetto.
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Lucchesi Gualtieri Ferreri Ferdinando Sicilia
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