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      Lord Bentinck partiva anco da Sicilia con poderosa armata d’Inglesi, Siciliani ed Italiani per andare all’impresa d’Italia, e già avea preso Genova d’assedio il dì 18 aprile 1814. S’intese in questo che le alleanze europee aveano guadagnato, e che l’imperator de’ Francesi era stato costretto ad abdicare, e scegliere per suo ultimo rifugio l’isola dell’Elba. Gioachino impallidi, perchè il trattato dell’Austria era stato per lui più un bisogno o timore, che una causa legittima di voler contribuire alla distruzione delle armi napoleoniche. Or sapeva bene quali destini l’attendevano; e perciò fe ritorno a Napoli, e in un consiglio di stato deliberò quello che i suoi popoli volevano. Ma Napoleone fuggiva dall’Elba, e con mille soldati cercava d’acquistare nuovamente la Francia, quantunque sapeva che le circostanze de’ tempi erano interamente mutate; anche Gioachino s’illudeva in questo, e rompendo co’ fatti l’alleanza che avea giurata all’Austria, mentre colle apparenze mostrava non volere, marciava contro le potenze alleate, le quali, come s’immaginava ognuno, diedero l’ultimo tracollo alla napoleonica baldanza.
      Inteso questo re Ferdinando di Sicilia, credè di inviare a’ Napoletani un proclama, in cui mostrando che la paterna mano di lui non l’avea tuttavolta abbandonati, apriva loro nuovamente le braccia per strignerli al seno, i passati trascorsi obliando. Annunziava intanto al parlamento aver bisogno di pronti sussidî onde concentrare le sue truppe alle frontiere. Il parlamento votò in esecuzione un sussidio straordinario, e nuove imposte.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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