Così voleasi render un vantaggio, senza incorrere d’altra parte in rischi perniziosi.
Le persone che composero il comitato furono i signori parroco Urso, D. Antonio Cavallaro, cavaliere Morreale, D. Michele Cuggino, marchese della Bajata, D. Cesare Airoldi, e l’abate Frangipane, i quali tutti si riunirono per discutere seriamente sopra questo interessantissimo oggetto, e vennero in conseguenza a dirigere al consiglio civico un dettagliato rapporto, nel quale si dimostrò, per le cose antecedentemente stabilite dai parlamenti del 1812 e 1815, che non solo le colonne annonarie erano state autorizzate in tutt’i comuni del regno, ma più particolarmente nella capitale, a qual uopo erasi costituita una somma non minore di onze 50 mila.
Per riguardo poi a’ mezzi onde effettuirsi, narrava il comitato, che in caso di urgenti bisogni erano permessi gl’imprestiti forzati: ma se nell’attuale congiuntura era necessità il prendere danaro a cambî con pagare le sensalie e le prudenziali regalie, doveasi badare principalmente che lo interesse generale sopra la somma non eccedesse il 12 per cento, la quale somma unita alle sopradette onze 50,000 già accordate, potrebbesi convenientemente impiegare in acquisto di grani a sollievo della popolazione per quel tempo che sarebbe stimato necessario, a condizione, che lo smercio venisse eseguito in modo da non recare al comune perdita alcuna sia pel capitale, sia per le spese, sia per gl’interessi (2629).
[726] Questo rapporto appena letto dal consiglio civico fu giudicato molto giudizioso, e come tale unanimemente approvato.
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Urso Antonio Cavallaro Morreale Michele Cuggino Bajata Cesare Airoldi Frangipane
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