Il De Cosmi disse voler essere autorizzato ad aprire un istituto di metodo normale che formasse la bussola, il centro di tutte le altre scuole d’un tal sistema, da lui apprendessero il modo di condursi, da lui le norme. Pertanto si venne dal governo ad ordinare che i padri del convento di s. Anna cedessero parte del locale per dar luogo all’istituto normale anzidetto, e che sarebbero indennizzati di tutto. I padri cederono, e l’istituto cominciò ad aver vigore, se non che abbisognando del tempo per mettersi in ordine, fu forza disporre che durante il tempo abbisognevole per la totale organizzazione dell’istituto normale, i comuni non stassero oziosi per la parte loro, che le scuole ordinate si ponessero in vigore, che il metodo da tenere precariamente fosse quello che meglio all’interesse generale conveniva.
Intanto siccome il ben fare sprona gl’ingegni, vi fu chi al metodo normale volesse contrapporre quello di mutuo insegnamento, ovvero di Bell e Lancaster. Sebbene a noi sembri che quest’ultimo sistema sia vizioso, perchè l’intelligenza de’ ragazzi è supposta in un grado eminentissimo, che in effetto non è; pure il governo accettava queste proposizioni che da uomini filantropici venivan fatte, perchè non solo non nuocevano, potean anzi giovare. Per la qual cosa si cercò d’un maestro che il lancastriano sistema conoscesse e trapiantasse nell’isola nostra. Nè fu invano il cercare, perchè direttosi il luogotenente in Napoli, si rinvenne tal Nicola Scovazzo siciliano d’origine, ch’era del metodo in parola pienamente istrutto, il quale venne incaricato di dirigere un’istituzione di simil fatta in Palermo, dando pubbliche testimonianze per le quali in seguito s’avesse potuto risolvere alla propagazione di questo metodo in tutta Sicilia.
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