Così lo Scovazzo venne in gara col de Cosmi, e finchè questi visse mantenne in tal fiorigione il metodo normale, che lo Scovazzo non potè giammai superarne il credito; ma quegli spento si vide l’istituto attenuare a poco a poco il nome e il successo; mentre il metodo lancastriano ha più frutto ricavato per li buoni maestri che l’hanno sostenuto, modificandolo con opportune e giudiziose riforme. Comunque sia però non potrà da nissuno negarsi che gran prò abbia Sicilia ritratto da siffatte istituzioni, quantunque esse incontrarono posteriormente degli ostacoli, che la saggezza del governo interamente rimosse.
Ma cadeva nel 1819 scarso oltremodo il ricolto delle ulive. L’olio è tale interessantissima derrata fra noi, che non poco smercio se ne fa da’ proprietarî con ingente loro guadagno presso i porti stranieri. Ora però neppure esso poteasi limitare al nostro solo uso, chè a ciò non soddisfaceva interamente. Bisognò pertanto ricorrersi alla sovrana munificenza per apprestarvi giusto efficace ed opportuno rimedio. Nè fu guari un provvedimento col quale venne vietata l’esportazione dell’olio dalla Sicilia sino a tutto il mese di giugno, come altresì d’accordarsi a chiunque la tratta d’una quantità determinata. Medesimamente fu disposto che la franchigia sui dazî e sovrimposte degli olî esteri sarebbe prolungata, accordandosi un premio di tarì quindici a quintale di peso siciliano di rotoli cento a colui, che trovasse modo di immettere olî forastieri in Sicilia, adattandoli al generale consumo.
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