Il carattere di Carlo fu universalmente lodato, perchè era d’ottima indole, affettuoso fratello, e buon cristiano. L’esequie si fecero splendidissime, e le spoglie mortali che pria risederono nella chiesa di s. Chiara in Napoli furono poscia trasportate in Ispagna.
Ma tempo è ormai però di discorrere innanzi tratto, onde chiudere l’istoria dell’anno 1819, d’uno di quelli sapientissimi provvedimenti, che resero illustre il governo di Ferdinando.
Le vaste e sustanziali riforme operate dopo il suo allontanamento dalla Sicilia, e che di tempo in tempo andava operando per bene del suo regno, non ebbero l’intero loro vigore, nè si videro nella loro piena e diffinitiva osservanza che nel 1819, tempo in cui ogni amministrazione sì civile che finanziera, sì municipale che legislativa cominciò a prendere un corso ordinario e regolare, perchè trovandosi allora distrutti interamente i vecchi e rancidi sistemi, tanto l’isola nostra che Napoli furono pienamente liberi da ciò che sinallora li avea con tenacità inceppati. Più specialmente tutte le magistrature col nuovo loro ordinamento incominciarono ad esercitare il loro ministero secondo i nuovi dettami del codice, che venne con decreto de’ 26 marzo 1819 messo nel suo pieno vigore in ambe le parti di questi reali dominî. Non discorreremo quanto abbiano i popoli avvantaggiato colle nuove leggi adattate secondo i bisogni e le circostanze, perchè non v’ha alcuno che il disconosca, tanto più che in Sicilia le prammatiche, le sicule sanzioni, gli atti viceregî, insomma un abisso di particolari istituzioni rendeva oltremodo intrigata questa parte interessante d’amministrare la giustizia; col novello codice perciò si vennero a togliere gli abusi, e con norme più stabili e più sante venne essa regolata.
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