Ma presto le dicerie degenerarono in certezza, giacchè sua maestà spedì suo real decreto col quale sostituiva nella carica di luogotenente il generale Diego Naselli assistito dal cavaliere Giuseppe de Thomasis, richiamando l’augusto principe, il quale in conseguenza preparossi alla partenza. Fu pertanto il giorno 27 giugno [748] destinato alla separazione di S.A.R. dalla Sicilia. Ma appena spuntato il giorno anzidetto egli volle visitare i pubblici stabilimenti ch’erano testimonî della sua filantropia e di quella ancora del suo augusto genitore; così vide gli ospedali tutti, l’ospizio de’ matti, i bagni termali, l’albergo dei poveri, l’educandario delle donzelle nobili, la biblioteca comunale, i licei e l’università degli studî, e d’ognuno nel mentre si compiacque per l’ottimo stato in cui andava trovandoli, notò poi taluni abusi che bisognava estirpare, e promise che appena giunto in Napoli avrebbe impetrato da re Ferdinando delle pronte disposizioni onde togliere siffatti inconvenienti, che la piena prosperità degli stabilimenti accennati ritardavano; mentre lo straniero che si reca in essi deve ammirare in tutto e per tutto degli argomenti di fiorigione, e Palermo che occupa in fatto con tali istituzioni un posto eminente tra le culte città europee, non dovea essere defraudata in seguito d’una tale eminente prerogativa. Non potè egli perciò disbrigarsi da siffatta rassegna pria delle ore 23 d’Italia, quando appunto incamminossi colla sua augusta famiglia verso la spiaggia, percorrendo la strada di Toledo, accompagnato dalle primarie autorità sì civili che ecclesiastiche, da’ gentiluomini di camera, e dagli uffiziali militari.
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