... e finalmente che un riordinamento generale non può non turbare la fortuna e l’economia di molte famiglie.
“Io non discenderò a combattere accuse di simil fatta; imperciocchè è impossibile di confutar seriamente teorie dirette a sostenere che le tradizioni son preferibili alle leggi, l’arbitrio alla regola, l’impunità dei rei al preteso scandalo della innocenza, il mistero alla divulgazione della scienza, che val meglio l’abbandonare che lo amministrare la cosa pubblica... più economico il permettere che i pubblici funzionarî ricevano il prezzo del lor ministero dalle parti che dal governo... e che turbare la fortuna di pochi, è assai meno pietoso che il tollerare le sofferenze d’un popolo intero.
“Molto meno è mio proposito di comandare alle altrui opinioni comechè erronee, e di farne colpa ad alcuno; dapoichè son persuaso che ragionamenti di simil fatta all’epoca del riordinamento d’uno stato sono non meno inevitabili che passeggieri. Ma non potrò certamente risguardare con la stessa indifferenza gli ostacoli che al progresso delle nuove istituzioni osassero di opporre coloro cui S.M. ha chiamati a secondarle. Io voglio sperare che niuno di essi vorrà attirarsi accuse di simil genere: sono anzi sicuro, che tutti si studieranno di far sentire colla loro condotta morale i benefici effetti de’ nuovi sistemi di amministrazione. Purnondimeno nell’impossibilità di segnalare a ciascuna autorità i rispettivi doveri, non sarà superfluo ch’io esponga loro i principî generali che serviranno di guida a’ miei giudizî.
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