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      I signori intendenti son chiamati dalla legge non ad amministrare, ma a dirigere e sorvegliare. Essi non devono mai obbliare che l’amministrazione diretta dei comuni, e de’ corpi morali appartiene ai consigli decurionali, a’ sindaci, agli eletti, ed a’ rispettivi capi degli stabilimenti. Niuno può meglio di costoro discernere ciò che giova da ciò che nuoce ai corpi che amministrano: e il renderli meramente passivi, sarebbe lo stesso che adugiare il loro zelo, e farli indifferenti al bene ed al male.
      “Io non potrei abbastanza insistere su questo articolo. Un intendente che discendesse ad amministrare egli stesso, non potrebbe non ritrovarsi ben presto sopraccaricato da infiniti dettagli, e nella impossibilità di regolarli da per sè, si costituirebbe nella necessità d’abbandonarli alla discrezione d’uomini anonimi, dal che favori, parzialità, intrighi, venalità ed ingiustizie d’ogni genere.
      “Oltre finalmente al dovere di dirigere e di sorvegliare l’amministrazione della propria valle, ciascun intendente ha quello ancora di migliorarne la sorte, dovere glorioso, dallo adempimento del quale solamente essi possono attendere la pubblica riconoscenza.
      “I confini d’una circolare non mi permettono d’estendermi lungamente su questo argomento, ma basterà, io spero, rammentare ad essi, che se avranno il felice talento di associare ai loro disegni lo zelo de’ loro amministrati, e di farne i loro cooperatori, tutti gli ostacoli saranno vinti, i mezzi d’esecuzione spunteranno da per tutto, e sorgerà quell’impulsione unanime al bene, ch’è la sola capace di nuove creazioni.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333