[754] Combattevano animosi i soldati in tanto bersaglio, ma impossibilitati a reggere per la difficoltosa situazione, nè riuscendo agevole alla cavalleria di dar la carica in sito sì angusto e lastricato di dura e levigata selce dovettero indietreggiare, ed a stento ritornare nella primiera posizione. In tal frangente i faziosi non ebbero più alcun freno, corrono alle carceri, a’ bagni, fanno uscire i prigionieri e i servi di pena, e vieppiù forti di questi nefandi ausiliarî crescon d’ardimento.
“.....Ma ecco il frate francescano Gioachino Vaglica, che ardimentoso oltre ogni credere, uscendo dal chiostro imprende a reggere e a meglio unire gran parte dei sollevati. Alla vista del suo entusiasmo, allo udire della sua voce, la fazione è certa di vincere; egli fece porre un cannone dietro la grande porta del civico ospedale rimpetto al regal palazzo, aperta la quale cominciò il cannone a fulminare sul fronte della parte destra delle milizie ch’erano colà ristrette, e che combattendo sul fronte intero corpo a corpo colla moltitudine non poteva guardare i lati. Inutile spettatrice di danni la cavalleria danneggiata essa medesima dal vivo fuoco restava chiusa in angolo senza alcuna uscita. Medesimamente dal quartiere san Giacomo altra numerosa schiera di sollevati irrompe ed aggredisce dal sinistro lato le milizie istesse, le quali circondate da ogni verso e neppur potendosi aprire un varco col ferro alla mano, tanta era la fazione che li opprimeva, vennero parte massacrate dalla furente plebe, parte condotte lacere e semivive nelle carceri, ed i non molti che fuggirono o che stavano nelle circostanti campagne furono anch’essi presi o miseramente spenti.
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Combattevano Gioachino Vaglica Giacomo
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