Il Colletta mostrò molta fermezza nel procedere, e giunse a dar in qualche modo un assetto alle cose. Ma appena scorsi pochi mesi veniva egli richiamato in Napoli onde assumere interinamente il ministero di guerra e marina (2656), lasciando nuovamente al solo Scaletta le redini del governo.
In quei tempi orribili però bisognava molta attività ed energia, e standosi il luogotenente in Messina non poteva con molta faciltà regolare le incomposte cose dell’isola; e perciò era d’uopo d’un qualche provvedimento. E diffatti conosciutosi ciò, si venne a spedire il generale marchese Nunziante, che giunse nei primi mesi del venturo anno 1821, assumendo la carica di luogotenente generale. Il Nunziante si comportò con molto accorgimento, e fermò vieppiù l’ordine in tutta Sicilia, emettendo forti disposizioni onde togliere il male dalle sue radici. Una di quelle però che fecero memorabile la sua missione, e che realmente produssero un gran vantaggio alla pubblica sicurezza, fu l’aver distrutta la terribile concia in Palermo, cagione di tanti disordini, e di tante iniquità. Abitava in quel ricinto il ceto dei così detti conciatori che davano il nome al luogo ch’era situato nel centro della città. Questa masnada facinorosissima in ogni tempo, era salita a molta baldanza, dacchè mescolandosi anzi primeggiando fra coloro che tennero in tanto scompiglio nell’ultime vicende gli abitanti, aveano commesso atrocità inaudite, e s’erano fatti capi di quel tempestoso governo che intendea regolare la cosa pubblica coll’assistenza dei consoli di tutte le maestranze, tra i quali primeggiava quello dei conciatori anzidetti.
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