D. Francesco Pasqualino pel ripartimento dello interno e degli affari ecclesiastici, D. Giovan Battista Finocchiaro per quello di giustizia, e D. Francesco Cupani pel ripartimento delle finanze. Costoro furono facultati a dar parere soltanto su quelle cose, delle quali verrebbono richiesti, privandosi del voto in tutte le altre risoluzioni che stimava il luogotenente di emettere senza il loro intervento. Intanto trovavasi assente dalla Sicilia il Cutò quando ricevè la sovrana elezione, per la qual cosa convenne prepararsi alla partenza, ed imbarcato in Napoli sulla fregata la Sirena d’unita all’altra l’Amalia, che recava il cav. Pasqualino, veleggiò verso Palermo; ma non giunse alla rada che il giorno 9 luglio di quest’anno, e nel disbarco fu associato da tal circostanza che ci piace di quì riferire.
Stanziavano in quel tempo nell’isola alquante truppe austriache al servigio di re Ferdinando, le quali eran use spesso andare all’aperta campagna per praticarvi delle militari evoluzioni a maggior loro addestramento. Una simile occasione avea luogo in quel giorno per le truppe stabilite in Palermo, che all’oggetto indicato eransi nel dopopranzo recate in un luogo che sta presso la montagna così detta di S. Ciro. Or mentre numeroso popolo colà raccolto godeva di quei soldateschi esercizî, si videro comparire le due fregate che portavano il luogotenente e il Pasqualino, le quali a poco a poco s’avvicinarono e toccarono il porto; ove sbarcati quei funzionarî vennero dal popolo e dalle truppe accompagnati sino all’abitazione del Cutò, non mancandosi di far squillare all’uopo bellici strumenti.
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