“Intanto per rimettere in equilibrio la economia della Sicilia, facea mestieri che le pubbliche prestazioni, che son la vita e l’alimento degli stati, riprendessero il loro corso ordinario, finchè rassodata appieno la tranquillità generale, potessero avere effetto le benigne disposizioni di S.M., con portare nel ramo delle finanze quei miglioramenti che i lumi del secolo suggeriscono, e che sono compatibili dalle nostre circostanze.
“Il primo cespite su di cui poggiar si poteva la sussistenza pubblica, quello era che da lunghissimo tempo trovasi stabilito in Sicilia sulla macina dei grani, ed emessi gli ordini per la ripristinazione, le grandi città più abbondanti di uomini colti, antiveggenti, e per conseguenza sobrî e subordinati, sonosi immediatamente sottomessi allo adempimento di questa salutare disposizione, e quasi tutti gli altri comuni han seguito l’esempio delle medesime.
“Ma con sommo rincrescimento e sorpresa ho dovuto osservare che in pochi dei più piccoli e meno valutabili comuni alcuni soggetti, cui rincresce che la restituzione dell’ordine debba rimetterli nei loro doveri, facendo abuso di un usurpato predominio sulla opinione dei loro paesani, ed avendo del loro partito i più facinorosi, hanno avuto l’imprudente temerità di mantenere lo spirito d’inobbedienza nella loro patria, tradendo ugualmente gl’interessi particolari di questa e quelli dello stato in generale.
“L’idea delle gravi conseguenze che potrebbero piombare sopra popolazioni siffatte se cedessero alle istigazioni dei malintenzionati, ha colpito sommamente il mio animo, ed avendo intorno a ciò inteso il parere del consiglio, mi sono determinato a rivolgermi ad esse ond’avvertirle a star caute contro gl’insidiosi suggerimenti di pochi uomini depravati, i quali non per altro fine che per proprio interesse, e per compiere le rapine e gli attentati, che non poterono negli scorsi lacrimevoli dì esaurire, si lusingano di potere eccitare dei nuovi disturbi, convinti altronde che non potrebbero essere se non momentanei.
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