“Il governo infine, siccome in ogni tempo, così nell’attuale, vuol esser regolarmente istruito dell’andamento della civile amministrazione. I signori intendenti in ogni due mesi mi riferiranno quanto occorra d’interessante: poichè nelle contabilità delle loro segreterie dai rapporti bimestrili che debbono ivi trasmettere i comuni, si viene in cognizione dello stato d’economia comunale, quindi alle idee generali aggiugneranno informazioni positive circa la moltiplicazione degli affitti e la progressiva riscossione dei crediti e delle entrate. È stato per me un piacere lo scorgere la esattezza, e sedulità colla quale taluni intendenti son venuti a farmi relazione di siffatti oggetti, provocandone le opportune provvidenze: ma per il contrario m’è riuscito assai doloroso il totale silenzio che ne ho osservato in tali altri. Io intanto riposando su’ lumi e sulle eminenti loro qualità son sicuro che queste parti di pubblico servizio saran disimpegnate con quella diligenza e premura che la M.S. attende, questo governo desidera, e i bisogni delle popolazioni altamente reclamano.”
Pare adunque dal contesto di questa allocuzione come il Cutò bene e saggiamente si affaticasse a riordinare la pubblica amministrazione, dando norme precise circa il modo di mettere in opera i progetti posti innanzi a solo vantaggio della Sicilia. Tanto ciò è vero quanto il luogotenente non appagandosi a quanto avea operato per far sì che l’interno movimento delle cose fosse produttivo di buoni e salutevoli effetti, pensò di provvedere ad uno dei più importanti mezzi della pubblica sussistenza, ch’è quanto dire alle annonarie provvigioni, le quali, quantunque non sembrino necessarie in Sicilia perchè la natura l’ha resa feracissima di siffatto cereale, pur non di meno per l’esperienza di secoli s’è veduto niun paese sperimentare le tristi conseguenze della carestia e della fame più dell’isola nostra.
| |
Cutò Sicilia Sicilia
|