Comunque sia però, certo ed incontrastabile è che le riserve dell’annona detti anche peculî frumentarî sono e saran sempre utili non che necessarî a tutte quelle popolazioni che vogliono schivare le penurie annonarie. Il governo su questa massima avea seriamente pensato sin dall’anno 1810 alla istituzione dei detti peculî in tutti i comuni di Sicilia, apprestando i mezzi onde sicuramente poter ciò praticare, e diffatti non s’era veduto sin da quell’epoca un pericoloso esaurimento, nè i proprietarî dei grani più vessati con delle forzate contribuzioni. Prosperò per qualche tempo in alcuni comuni questo stabilimento, ma l’anno 1818, nella formazione degli stati discussi, il governo ebbe argomento di rivolgere ad esso le sue cure, e varî provvedimenti emanò agl’intendenti tutti, diretti a richiamarsi dagli amministratori i conti dal 1811 in poi, per darsi in seguito in vista di essi legali provvedimenti.
Varî rapporti degl’intendenti per tutto l’anno 1819, e parte del 1820, rassegnarono che taluni comuni avevano presentato i loro conti, e che per tutto quel tempo o per porzione di esso, questi conti rimasero sotto la discussione dei consigli di intendenza. Tali altri poi sordi alle prescrizioni ed agl’impulsi sfuggivano la ordinata presentazione del proprio conto.
Sovraggiunti i disordini, e cessata ogni vigilanza governativa, gl’intendenti anzidetti niuna cura si presero della esecuzione dei progetti, una parte dei quali s’era veduta [767] felicemente realizzata. Ora il Cutò richiamando in vigore tutte le precedenti disposizioni del governo, fece in modo che non solo l’incominciata opera si conducesse a termine, ma che altresì le autorità tutte si cooperassero con ogni possibile premura alla pronta esecuzione di essa.
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Sicilia Cutò
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