S’intese posteriormente non esservi stati gran guasti in tutto il rimanente della Sicilia, ove anche un tal flagello venne annunziato, e specialmente in Messina e Catania, le quali furono esenti da qualunque disastro. Tra’ comuni però cui maggiormente rimasero tracce del funesto avvenimento, vi fu Ogliastro, ove si disse di essersi aperte delle voragini. A siffatto annunzio il luogotenente spedì il nostro insigne scienziato Domenico Scinà per esaminare sul luogo gli effetti del tremuoto. Lo Scinà si portò prontamente nel designato comune, e nelle circostanti campagne per l’oggetto indicato, ma dal rapporto indiritto si scorge non essersi osservati i fenomeni che si divulgavano, e che le fenditure esistenti erano tali da potersi col tempo congiungere per la natura del suolo (2674). S.M. però in vista dei danni [773] arrecati tanto alle proprietà rurali che agli edificî dal tremuoto di cui è parola, a sollievo degl’interessi dei rispettivi proprietarî con somma munificenza dispose che fossero esenti dal contributo fondiario per dieci anni gli edifizî resi inabitabili purchè si ristorassero nello spazio di cinque anni, e fece altresì esenti dal contributo medesimo per li stessi cinque anni gli edifizî notabilmente danneggiati, purchè si ristorassero in tre; finalmente accordò la dilazione d’un anno pel pagamento della fondiaria a quei proprietarî, i quali per la perdita e rovina dei magazzini ove fossero state riposte delle derrate, possedendo nel tempo istesso molte case danneggiate, avessero bisogno di far delle spese significanti per mantenere e riattivare i loro crollanti edificî (2675).
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